L’arte è la sublimazione dell’individuo, grazie alla trasformazione del suo vissuto nel coraggio di spingersi oltre, oltre il limite del conosciuto. Agata Spampinato è un’artista oltre quei limiti, giacché con le sue opere scava nell’animo umano e ritrae stratificazioni di vissuti.
Agata racconta la sua storia di quand’era bambina e ricorda così la prossimità con i pazienti psichiatrici: “Mio padre era uno psicanalista sui generis, di quelli che il lavoro se lo portano a casa”. Un incontro casuale il nostro, avvenuto in un afoso pomeriggio autunnale romano, e amicizie comuni. Eccomi qui, catapultata nel suo laboratorio casa, pieno d’anime che trasudano dalle tele e vibrano tanto da scuotere l’osservatore. Le sue opere destabilizzano, frugano nell’inconscio umano, luogo in cui è confinata la sede degli impulsi e della follia umana. Agata attraverso le sue opere racconta storie che stordiscono e che perciò nessuno vuol sentire.
Per la scienza il funzionamento del cervello umano ha ancora molti segreti, non necessariamente riconducibili alle relazioni ambiente-individuo. Tuttavia l’arte osa, finendo con il sublimare il senso della purezza nella percezione dell’esistenza. Seppure ogni individuo si relazioni con l’ambiente circostante in modo del tutto soggettivo, in fondo rifugge dalle malattie mentali, limitando le potenzialità degli esseri umani ad una diagnosi ed etichettandoli come A-Normali, cioè che non seguono la norma.
La tridimensionalità emotiva in cui spinge la Spampinato apre ad una visione nuova, configurandosi come espressione del vissuto di una pittrice adulta che racconta storie con gli occhi da bambina, senza sovrastrutture e ancoraggi. Ella raffigura espressioni meste con varie tinte di colori e aggiunge: “Per me loro non erano pazzi, erano i miei compagni di giochi”. Rubo la penna ai veri critici d’arte, spinta dall’esigenza di raccontare come l’arte, nella sua ricerca di scoprire la veridicità in ogni cosa, apra a nuove visioni.
“Siamo uno nessuno e centomila” recitava Pirandello. Il guizzo di genialità dell’artista consiste nella capacità di saper catturare una nessuna centomila storie dei soggetti che ritrae. Ogni parola per la Spampinato è solenne, eppure limitante. La tridimensionalità emotiva dei suoi soggetti animati o inanimati trova espressione nelle spennellate di vissuti, mentre la sua metanarrazione apre nuovi significati e possibili scenari. Nulla è solo ciò che appare. Incuneandosi oltre la diversità si aprono nuove opportunità che travalicano i limiti conosciuti. Ringrazio Agata per questa opportunità che ci offre la sua arte: di vagare oltre la conoscibilità umana!
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