“I racconti di Andrea Novembre” Dario Giancane.
Un muro non dovrebbe mai essere giudicato dal suo intonaco. Ma non sempre vale questa regola. E l’atelier di Dario Giancane ad Arnesano, già dall’esterno rivela qualcosa. Dall’interpretazione della citazione poetica fino al portone che per casualità sembra portare i segni della sua arte. Da fuori lo spettatore già riesce ad intuire ciò che è custodito all’interno. Dario, infatti, è un’artista del ferro: i suoi capolavori nascono quando riversa le sue intuizioni, le sue idee, i suoi sentimenti su qualsiasi genere di lega metallica. È da questa unione tra fisico e metafisico che nascono le sue opere.
Un percorso che nasce da lontano con la formazione che è stata fondamentale per la sua identità artistica: figlio d’arte, muove i primi passi nella bottega del padre Salvatore, artigiano in ferro battuto, anche se è poi sotto la guida del professor Giuseppe Lisi all’Accademia di Belle Arti di Lecce che corona i suoi studi. Artista a tempo pieno dal 2003, in breve si fa notare dal panorama artistico sia italiano che internazionale rafforzandosi con collaborazioni e collettivi.
La sua arte, tra le sue tecniche preferite c’è ageminatura, è antica e insieme senza tempo. Parte dall’artigianato ma lo sublima e lo supera. Se la sua opera allora affonda le radici nella pittura, lui la supera traslandola dentro la contemporaneità. Dipinti che nascono dalle superfici fredde dei metalli, con ossidi e reazioni chimiche per una scala di colori che va da blu spenti a rossi terrosi. Tra le volte a stella del suo laboratorio rimbombano i colpi di martello, mentre forme fantastiche prendono vita, grazie alla forza creatrice del fuoco. Nelle sue mani, nella sua maestria sono custoditi i segreti della sua arte. Non solo guardare, ma anche e soprattutto toccare.