“I racconti di Andrea Novembre” Orodè Deoro.
La storia di oggi è una storia che mi tocca molto da vicino. Proprio nel senso fisico perché chi la scrive, anzi la sta scrivendo, abita letteralmente sotto di me. Sotto la mia abitazione, s’intende. Lì vive e lavora Orodè Deoro: il protagonista. Quasi come se fosse un coinquilino, io lo sento, lo ascolto, lo vedo; mentre crea, mentre dà forma alla propria arte. Pezzo per pezzo, con una sapiente miscela di colori disegna, più che scrive, la sua storia.
Eclettico, maestro di mosaico, pittura e action paintingè tarantino d’origine ma da tempo trapiantato a Lecce. Nella sua tana, così sono solita chiamarla, l’arte si respira sin dalla soglia. Le sue opere uniche si offrono allo spettatore da quasi tutte le superfici. Dalle pareti sino alla vasca da bagno d’artista che troneggia di fronte al caminetto e creata per una collaborazione speciale con il brand inglese Victoria+Albert. Dalle sue opere in mosaico ceramico, il suo segno d’artista, prendono vita volti di donna e composizioni floreali. C’è una ricerca del bello e dell’armonia a far da padrona ed è curioso, per gli occhi più attenti, il fatto che i contorni dei soggetti siano dati dal taglio vivo della ceramica in contrasto sul fondale, allontanandosi dalla tecnica tradizionale.
La sua storia la inizia a scrivere tassello dopo tassello, su ventidue opere di grandi dimensioni realizzate sui muri interni ed esterni della Casa-Museo Vincent City, a Guagnano, che l’artista aveva eletto a proprio eremo tra il 2000 e il 2004. La sua consacrazione però avviene a Milano, con un trittico in mostra alla Triennale Design Museum e un’opera in mosaico ceramico di grandi dimensioni realizzata, nientemeno, che su un muro esterno della casa di mio fratello, Fabio Novembre. Targa d’oro del Premio Arte 2015, per la sezione scultura, Premio Nazionale Enzo Fani (sezione pittura) 2009 e Premio Celeste, sono alcuni dei riconoscimenti che ha ricevuto nella corso della sua carriera, e che sono andati ad accrescere la taratura di un’artista unico. Tant’è che una sua opera è stata acquisita dal Museo MAR di Ravenna.
Visionabili su innumerevoli cataloghi e volumi di settore, i suoi lavori appaiono però appiattiti sulla carta patinata. Nulla è paragonabile a una visita al suo atelier, spazio nel quale si riesce ad entrare nel suo mondo e a respirare l’arte che qui prende vita, in quasi tutte le sue forme. Per me, in fondo, è quasi un invito a casa.