Le parole spesso distraggono, spalmano concetti fino a toglier loro efficacia; eppure esistono mille modi per comunicare. Enrico Surdo è un designer di poche parole: osserva, scruta, studia. Negli anni Settanta nacque Kubico, azienda di progettazione e produzione. Erano gli anni di rinascita, di fermento, anni nei quali il futuro era ancora una promessa. Parola d’ordine: innovazione. Enrico, insieme al fratello Leuccio e ad altri due soci, presentano per la fiera del paese alcuni modelli di divani disegnati e realizzati da loro. Inizia così l’avventura di Kubico, azienda che resiste al tempo e nel tempo.
“L’ esperienza ha poco da insegnare se non viene vissuta con umiltà” Michelangelo
Enrico frequentava l’unico studio di architettura a Galatina, come ci ricorda il tecnigrafo nel suo ufficio; gli chiediamo se lo usa ancora: “Certo altrimenti come faccio a progettare?” L’artigianalità è anche nella progettazione, nessun programma di grafica o progettazione d’interni potrà mai sostituire il genio che muove una matita. A raccontarlo non è solo il suo ufficio, colmo di riviste e di pezzi di design: a raccontarlo è uno sguardo senza tempo che spazia oltre i limiti del proprio orticello.
Durante l’intervista, infatti, Enrico cita designer con gli occhi colmi di entusiasmo, racconta di collaborazioni con progettisti di fama internazionale, del genio creativo di chi lavora intorno a lui.
Ad accoglierci in falegnameria c’è colui che rende concrete le idee, ovvero Leuccio, fratello e socio di Enrico. Lastre di legno poggiate sui bancali e trattate da sapienti mani. Nessuna lavorazione in serie, progettazione e realizzazione senza nessun volo pindarico, solo estro e concretezza. La visita guidata nell’azienda di Kubico continua e in un retrobottega si apre un sipario di design nel design, un museo colmo di pezzi unici disegnati da grandi designer.
Enrico parla pochissimo di se stesso e cede il passo alla musica dell’inventiva raccontando gli altri, dono unico e raro, premessa fondamentale per un vero leader. Quando gli chiediamo cosa ne pensa del fatto che una delle sue ultime realizzazioni è tra le più postate sui social, Enrico è incredulo, appartiene a quella generazione in cui le persone si incontravano in piazza scambiandosi idee.
Come al W Club, uno dei locali più cool nel centro storico di Lecce, “un luogo in cui cibo e bevande si intrecciano in un ambiente energetico e avvolgente”. Entrando la prima volta nell’edificio, Enrico fu attratto dalle altezze: “Pensai… perché non farlo ancora più alto?” Gli avventori si ritrovano sotto un cielo di specchi ambrati che riflette la ricercatezza degli arredi, mentre la quinta del bar è caratterizzata da 65 nicchie perfettamente simmetriche che contengono 64 vasi di ceramica bianchi ed un solo vaso rosso, colore caratterizzante di Kubico. L’illuminazione del locale poi è studiata per esaltare i piatti e colori senza disturbare l’atmosfera.
Vi avevamo promesso che noi di Design & Interni saremmo andati a grattare il genio e l’estro, osservando ogni dettaglio che crea nuovi argomenti: per questo notiamo sul tecnigrafo di Enrico dei cavalli disegnati da un bambino; chiediamo incuriositi cosa sia e il laconico designer risponde: “È un nuovo progetto, non posso dirvi ancora nulla”. Così gli strappiamo una promessa, torneremo ad intervistarlo. Con il pretesto di sapere cosa saranno diventati quei disegni di bambino, scopriremo ancora qualcosa in più della scatola magica di Kubico.